Proiezioni

Maggio

  • ore 21:30
  • ore 21:30
  • ore 17:30 e 21:30

Trama

Mon Crime - La colpevole sono io, film diretto da François Ozon, è ambientato nella Parigi degli anni '30 e racconta la storia di Madeleine Verdie, un giovane attrice senza un soldo e anche senza talento, che viene accusata di omicidio: la vittima è un celebre produttore cinematografico. Grazie all'aiuto della sua migliore amica Pauline, un'avvocata senza impiego, riesce a dimostrare che l'uccisione è avvenuta per legittima difesa.
Una volta assolta, Madeleine inizia una nuova vita ricca di da gloria e successo, fino a quando la verità non viene a galla...
PANORAMICA SU MON CRIME - LA COLPEVOLE SONO IO
La carriera di François Ozon è caratterizzata da una costante voglia di spiazzare, di cambiare genere e soggetto, di sgusciare via con destrezza da etichette come quella, affibiattagli nei suoi primi film, di autore un po’ provocatore, se non “maledetto”. Dopo alcuni titoli cupi e drammatici, torna ora alla commedia con quello che lui stesso definisce il capitolo finale di una non voluta trilogia dedicata alla “condizione femminile”. I suoi ritratti di donna sono al livello di un Almodovar, ficcanti e mai banali. Lo conferma anche Mon crime, che con il sottotitolo La colpevole sono io ci introduce in un contesto criminale, con tutte le improbabilità eccentriche di una trama gialla sociale. Quasi alla Chabrol, ma con un sano retroterra ironico capace di raccontare donne libere e forti, in pieno identikit MeToo, in maniera molto più efficace e soprattutto godibile di tante prese di posizione aridamente ideologiche.
Trilogia, si diceva, perché siamo dalle parti (non in senso letterale, ma sicuramente ideale e in fondo anche spirituale) di 8 donne e un mistero e del successivo Potiche, meno noto da noi ma decisamente superiore in termini di riuscita. Questa volta François Ozon parte da una pièce del 1934 di Georges Kerr e Louis Verneuil, e la trasforma molto liberamente in un ritratto di due donne giovani, belle e in grado di manipolare con irresistibile leggerezza una serie di maschi presunti autorevoli e di certo pomposi e sciocchi. Una conferma della capacità del regista parigino di dare senso ulteriore alla bellezza della messa in scena, con cui ricostruisce la Parigi degli anni ’30 con verosimiglianza, senz’altro, ma anche con quel sapore da quinta teatrale che ben si concilia a una storia in cui tutti recitano, ma in pochi, o meglio in poche, reggono il palcoscenico con maestria. Fra queste sicuramente una spassosa Isabelle Huppert, nei panni di una pessima attrice che mitraglia una parola dopo l’altra, ma soprattutto la coppia di protagoniste.
Sono Madeleine, giovane attrice accuratamente evitata dal dio del talento, accusata di aver ucciso un celebre produttore a casa sua, mentre cercava di violentarla, e Pauline, migliore amica e coinquilina, avvocata più disoccupata che principessa del foro, che cerca di farla assolvere per legittima difesa. Madeleine è interpretata da Nadia Tereszkiewicz, uno talenti emergenti di grande interesse, già trascinante protagonista di Forever Young di Valeria Bruni Tedeschi. Pauline è invece Rebecca Marder, altrettanto convincente.
I colpi di scena si moltiplicano e non ci macchieremo del reato capitale di spoiler volontario. A proposito di aule di tribunale che dialogano con il palcoscenico di un teatro, e investigatori di una stupidità esilarante come Fabrice Luchini e Dany Boon, in Mon crime tutto è diverso da come appare. O meglio, ogni colpo potenzialmente letale può essere capovolto in occasione di successo inatteso, verso una carriera trionfale. Basta avere l’intelligenza e lo spirito libero delle splendide donne ancora una volta raccontate da Ozon. Dialoghi serrati, ironia feroce, il film delizia per la sua arguzia e rappresenta una commedia femminista capace di prendere per le parti basse il rincretinito patriarcato di oggi, ben al di là degli anni ’30.


Cinema Verdi San Vincenzo

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