Teatro Verdi

CERTI DI ESISTERE

Mercoledì 29 marzo ore 21:00

CERTI DI ESISTERE
testo, regia e idea scenica Alessandro Benvenuti
con Maddalena Rizzi, Maria Cristina Fioretti, Marco Prosperini, Matteo Micheli, Bruno Governale, Livia Caputo, Manuel Molinu
regista assistente Filippo D’Alessio
aiuto regia Chiara Grazzini
suono Eugenio Tassitano
costumi Tiziano Fario

Compagnia TBM Teatro

Ideata, scritta e diretta dal poliedrico Alessandro Benvenuti, Certi di Esistere è una commedia amara e un po’ scorretta in linea con la tipica tradizione caustica e mordace della comicità toscana, tradizione di cui lo stesso Benvenuti è storico e riconosciuto rappresentante.
La commedia, che restituisce temperature dichiaratamente pirandelliane, racconta la storia di cinque attori costretti a misurarsi, durante una prova di lettura a tavolino, con l’interpretazione di un testo improponibile, un testo scritto dal loro autore-demiurgo che non compare mai in scena ma la cui beckettiana e controversa personalità aleggia come quella di fantasmatico padre/padrone ora caritatevole, ora dispotico, che ha mosso e continua a muovere, capriccioso e seducente burattinaio nascosto nell’ombra, i sottilissimi fili delle loro complesse ed assurde esistenze.
I cinque attori, incastrati in un testo senza né capo né coda, insignificante e mal scritto, capiscono di essere precipitati in uno spazio sconosciuto, uno spazio esterno alla confort-zone in cui si erano sempre sviluppate le loro dinamiche relazionali, sia private che professionali, e vivono con smarrimento e disperazione questa imprevista e improvvisa espulsione dalla routinaria compostezza logico-esistenziale dei ruoli che, solitamente, l’autore era uso predisporre per i loro progetti teatrali. Così, senza nascondere un marcato rigurgito di rabbia e irritazione, sentendosi vittime di un sadico e brusco abbandono, i “cinque personaggi in cerca d’autore” innescano tra loro, durante quella che si prospetta essere l’ultima giornata di prove condivisa, relazioni inedite, concedendosi slanci emotivi e confessioni ora feroci, ora tenerissime, ora infantili, ora ispirate a criteri di estrema e inusitata saggezza.
Allo spettatore arriva con tutto il suo carico di cinismo e tristezza, la fragile e meschina essenza di un’umanità spiazzata, priva di alternative, incapace di gestire l’ipotesi di una estemporanea e repentina emancipazione: gli attori – deprivati di un testo che abbia senso – sono simboli evidenti della nostra stessa tossica dipendenza da ruoli socialmente riconosciuti e da stereotipi standardizzati che – seppur apparentemente avversati – sono gabbie dorate all’interno delle quali continuare a reiterare gli stessi dolorosi e ordinari schemi comportamentali.

Teatro Verdi San Vincenzo

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